II Edizione PREMIO CULTURALE NAZIONALE “I TALENTI DI ALPHANUS”

II Edizione PREMIO CULTURALE NAZIONALE “I TALENTI DI ALPHANUS” -Cerimonia di premiazione presso la sala Truffaut del Giffoni Film Festival a Giffoni Valle Piana (SA).

Menzione speciale “per il profondo messaggio di speranza che immagine e testo veicolano”.
Premio conferito a Mariagrazia Ignone 3B Arti Figurative.
Alla cerimonia di premiazione partecipa anche l’alunno Maglie Samuel e la docente Laura Minerva che li ha seguiti accompagnati.

http://http://www.brindisinews.com/pagine/brindisi-italia-news-liceo-news.htm

http://http://www.brundisium.net/index.php/il-liceo-artistico-e-simone-di-brindisi-al-premio-culturale-nazionale-i-talenti-di-alphanus/

Quell’ultimo tramonto…… di Samuel Maglie. Vivo a Durazzo in una casa in riva al mare. Da sempre amo quella distesa immensa e spesso sono lì sugli scogli dall’alba al tramonto, che attendo con ansia, data la sua maestosità, senza mai però avere l’opportunità di attraversare quel mare, che davanti ai miei occhi sembra interminabile. Ma un giorno qualcosa cambia… 17 agosto 1999, giorno afoso, giorno del mio diciottesimo compleanno. Festeggiamo in riva al mare, quando perdo di vista mia madre che, poco dopo, trovo in casa, sulla sua poltrona a dondolo rossa, su cui è solita riposarsi. Piange, e le lacrime, scendendo, bagnano una busta che stringe tra le mani e che mi porge, dicendomi: ‘E’ un regalo mio e della nonna: è tutto quello che siamo riuscite a mettere da parte’. Nella busta trovo un biglietto di sola andata per Brindisi. Rimango impietrito, non ho alcuna reazione. Inizio a pensare a come sarebbe la mia vita in Italia, forse potrei rinascere e ricominciare. La vita stessa, forse, mi sta offrendo un’altra possibilità, tuttavia senza i miei cari e i miei affetti. Con le lacrime agli occhi mi perdo in un suo abbraccio. ‘Tu sei giovane e hai tutta la vita davanti: parti e realizza il tuo futuro, e sii felice, figlio mio’ – mi dice. 30 agosto 1999. Litorale brindisino. ‘Guarda, Mario, corri, fa’ presto! C’è un altro corpo qui!’ – grida Antonio, uno dei soccorritori. I due uomini sollevano quel giovane, ancora interamente vestito. Rimane sulla spiaggia solo una delle sue scarpe. Il suo nome era Endrio, aveva 18 anni, e il suo corpo, senza più vita né futuro, è stato restituito proprio da quel mare che tanto aveva amato, proprio nell’ora del tramonto, il quale, maestoso anche quel giorno, copriva di un fascio di luce rossastra quella scarpa, rivolta a oriente, forse proprio in direzione della sua terra e della sua casa.
Al di là delle nuvole…. di Mariagrazia Ignone. Chiedo a chiunque voglia rivolgere l’attenzione a questa mia istantanea di non limitarsi semplicemente a guardarne l’aspetto, per dir così, superficiale, no, io chiedo di guardare oltre, di osservare con minuzia, perché niente è come si crede. A volte è difficile uscire dal buio, ci sono momenti nella nostra vita in cui sembra che nulla andrà per il verso giusto, ogni cosa pare fatta apposta per ferirci. Le nostre paure, i nostri sentimenti, le nostre delusioni, i litigi, il dolore, sono come un velo nero che ci avvolge, che non ci fa vedere oltre, che non ci fa sentire altro se non sofferenza. Ci troviamo ad affrontare ostacoli sul nostro cammino, a tal punto da credere che niente più andrà meglio e che forse quello che ci accade sia ciò che, in fondo, ci meritiamo. MA se non siamo noi a volere che le cose cambino, se non crediamo ciò, allora niente si sistemerà e niente andrà meglio. Ognuno di noi deve cadere, per poi guardare su, riflettere e trovare la forza, un perché per rialzarsi. La parte inferiore del mio scatto appare spontaneamente più scura. Forse è qui che si racchiudono un momento di buio, un crollo, una sofferenza, mentre le case intorno assumono le fattezze di ostacoli, ansie, paranoie, incubi, creati da noi stessi, e che ci avvolgono, chiudendoci e impedendoci di vedere. MA siamo sempre noi, noi che non vogliamo vedere, perché abbiamo paura di affrontare, perché abbiamo paura di vivere. Eppure un uomo, sebbene sofferente, ha deciso di provarci, perciò spalanca le braccia di fronte a un cielo nuvoloso, perché sa, perché, dopo essersi chiesto cosa siano le nuvole, ha compreso che sempre ritorneranno e sempre passeranno, ma che, oltre, c’è un magnifico cielo, fatto di blu dipinto nel blu. Quel cielo è lì. Basta solo volerlo vedere, basta solo voler volare.

Leave A Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *