Il Marzolla celebra la giornata mondiale della lingua greca

Istituita in ricordo di Dyonisios Solomos, poeta e patriota greco tra i più importanti , la Giornata mondiale della lingua e della cultura ellenica celebra i valori fondanti della civiltà occidentale attraverso un tributo al popolo e alla lingua di cui tutti siamo “impastati”, negli ambiti più diversi ma fondamentali del nostro vivere da moderni. Il tema della odierna edizione è “le parole dei Greci”. Il Marzolla ha inserito il tema nell’ambito della settimana dello studente con un contributo di riflessione a due voci del Prof. Vincenzo paladino e della prof.ssa Daniela Franco . Riportiamo qui la relazione “la parola demos a partire dalle Supplici di Eschilo” del prof. Paladino.

“La scelta della parola démos è motivata dalla presenza della suddetta negli stadi più antichi della lingua greca e dagli esiti che ha avuto nelle lingue moderne e in particolare nel connotare la forma di governo per eccellenza , secondo i principi della Costituzione italiana, di cui si festeggia nel corrente anno il 70° anniversario.
La parola , ricollegabile, secondo alcuni studiosi, al verbo dainymi e daiomai, che indicano il distribuire in un banchetto e il dividere in generale, secondo altri alla ‘terra’ , ‘da’ per i Micenei, intesa comunque, come una porzione distribuita. Infatti, il damos era una porzione di terra a base agricola. Il concetto di distribuzione richiama, inoltre, il termine daimon, la porzione di divinità che vigila su ciascuno di noi. Secondo E. Benveniste , il termine più antico sarebbe laòs, mentre damos sarebbe stato introdotto dai Dori.
Comunque sia, da questo concetto che indica una divisione si è sviluppato quello di territorio, comunità e popolo , inteso non come massa , ma come insieme di persone, in origine artigiani e mercanti, che lottano per il raggiungimento dei diritti politici, e infine , come forma di governo che esprime questa parità di diritti politici, la democrazia.
La tragedia di Eschilo , Supplici, affronta , pur essendo ambientata ad Argo in un periodo in cui vigeva la monarchia, problematiche scottanti per ogni democrazia e ci lascia i seguenti insegnamenti:
– 1) Il rapporto con i fatti oggettivi: il re Pelasgo deve affrontare il problema dell’ospitalità da concedere a Danao e alle sue figlie perseguitate dai figli di Egitto, perché in caso di rifiuto rischia la contaminazione della città e l’ira di Zeus , in caso di accettazione rischia di trascinare in un guerra violenta l’intera città. Deve informare l’assemblea popolare, affinché possa prendere questa una decisione . In tal senso il dovere di ogni cittadino di informarsi e il diritto di essere informato costituiscono l’essenza dello spirito democratico.
– 2) La democrazia come responsabilità condivisa , per i motivi elencati sopra , nelle decisioni che riguardano la collettività. In tal senso, Tucidide nelle sue Storie a parlare Pericle , quando fa osservare agli Ateniesi la loro responsabilità nell’aver scelto la guerra contro Sparta e i suoi alleati.
– 3) La democrazia come persuasione , non sopraffazione , in quanto l’orientamento verso una decisione nasce sulla base di un confronto fra persone e opinioni, proprio perché si ha a che fare con persone e non con animali. La democrazia rifiuta la massificazione. Nel brano citato Eschilo usa il verbo ‘epeithe’(v,615) e l’aggettivo ‘eupithés’ , riferito a Pelasgo per convincere il popolo.
Non si dimentichi che la radice di tali parole * peith/pith/poith e presente nel Latino nelle forme ‘fidus’, ‘fides’ etc. e quindi la persuasione crea fiducia, in quanto basata su argomentazioni non su dogmi.
– 4)La persuasione per poter essere esercitata ha bisogno del dialogo , della parola ed Eschilo magistralmente cita molte volte il verbo ‘lego’ e i suoi sinonimi nel passo, non solo riferendosi al decreto emanato dall’assemblea popolare ,ma anche alla fondamentale importanza della parola che permette un contatto diretto con l’interlocutore. La democrazia è filologia e quindi filantropia, non misologia e misantropia. La mancanza di una vera comunicazione e la sostituzione di essa con forme surrogate , create dalla tecnologia, costituisce un veleno per ogni democrazia.
– 5) la democrazia come relativismo e come accoglienza: proprio Eschilo, che aveva combattuto contro i Persiani e aveva perso un fratello e aveva visto Atene distrutta, ci insegna quanto sia importante rivedere i nostri parametri in funzione delle situazioni nuove, senza però cambiare l’assetto istituzionale. Le supplici sono delle straniere perseguitate, anche se vantano legami di consanguineità con il popolo di Argo, ma la città deve aprirsi ad accoglierle , sia pure in condizione di meteci, e guai ai cittadini o agli stranieri che oseranno compiere un atto di violenza nei loro confronti. Inoltre, è importante rilevare come non la consanguineità, propria delle aristocratiche, ma la condizione di esuli spinge Pelasgo e il demo ad accoglierle.

– 6) La sovranità del popolo è dimostrata da Eschilo attraverso precisi riscontri lessicale e con una tecnica di martellamento , tipica delle culture arcaiche: il verso 604 presenta la concreta immagine della mano del popolo, che domina: non c’è ancora l’astratto ‘ democratia’, ma c’è l’immagine evidente della votazione per alzata di mano, l’atto concreto di quella forma di governo . Tale immagine viene ripresa al verso 607 amplificata con il plurale e l’aggettivo indicante il favore dell’assemblea. Ancora i v. 607 e 614 mettono in evidenza il ruolo assoluto del popolo, come anche l’aggettivo ‘demegorus’ del v. 624, importante per il tecnicismo ‘ demegorie’ e perché ribadisce, tramite la radice di agorà, lo spazio e il destinatario dei discorsi politici. Il soggetto politico, infine, demos, 624 compare alla fine assieme a Zeus, garante dell’ordine cosmico.

– 7) Non manca il riferimento ad altre forme di comunità : la polis e il leòs, ma quest’ultimo può indicare tanto il popolo guerriero , come in Omero, forse , perché sa di dover combattere una dura guerra contro gli Egizi, sia il popolo inteso come comunità al servizio del bene pubblico. In tal senso non si dimentichi che in Tessaglia esisteva un edificio chiamato ‘ lawition’ adibito all’accoglienza degli stranieri e non dimentichiamo che una parte essenziale della democrazia ateniese è la ‘leitourghia’ e che ancora oggi in Grecia l’autobus viene chiamato ‘leophoreio’.

– 8) Eschilo , pertanto, tramite questa tragedia ci dimostra che elementi fondamentali della democrazia sono il popolo e gli individui progettanti e pronti a mettersi in gioco”

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