Musica, emozioni, eccletismo Il concerto di Natale al Liceo Musicale Durano Una lettura a più voci.

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Il concerto di Natale al Liceo Musicale Durano: musica ed emozioni

Quello che segue, più che un articolo, è un esperimento, un collage di emozioni che taglia trasversalmente età, sesso, cuori e teste diversi. Ho chiesto ai miei ragazzi delle classi in cui ho fatto lezione oggi qualche impressione “a caldo” sul concerto di ieri e di realizzare un breve, brevissimo testo. I più grandi (parte della “famigerata IVM”) hanno realizzato in 20 minuti un articolo, che è la base di questo scritto e che firmeranno loro, come è giusto che sia. Nella fredda serata del 20 dicembre 2017 presso il Liceo Durano la calorosa performance del tradizionale concerto di Natale. Come di consuetudine, la serata prevedeva per il numeroso pubblico arrivato da tutta la Provincia di Brindisi e Lecce un percorso strutturato in due parti. Le danze si sono aperte al piano superiore, in aula Gigante, dove due dei nostri ensemble hanno dato spettacolo. Dieci brani a ritmo serrato: dal tango più famoso della musica da concerto (Albéniz), al barocco inglese con Hallelujah di Händel, alla canzone degli anni Cinquanta (Fly me to the moon), alla serenata di Schubert (Il canto del cigno), a Prokofiev, a canti tradizionali natalizi della tradizione francese, inglese, americana. Poteva a cinque giorni dal mancare Natale il classico dei classici? Alle note di Jingle Bells Rock di Bobby Helms, il pubblico (con in testa la nostra Dirigente e il Prefetto, coordinatissimi dobbiamo dire) si è lanciato in un accompagnamento allegro e festoso. La seconda parte del concerto si è svolta nello spazio al pianterreno, dove coro e orchestra di fiati, archi e percussioni si sono prodotti in una splendida varietà di generi: dalla tradizione africana (African Psalm, con l’assolo trascinante della nostra amatissima “mascotte”, Simone Fusco), al bellissimo Nani di Giancarlo Aleppo (sembrava davvero di stare nel deserto in mezzo alle carovane e ai cammelli), ai classici evergreen Amazyng grace (eseguito a cappella dal nostro coro) e An die Freude (L’inno alla gioia) di Beethoven, fino ad una fantasia di canti religiosi di Mangani (Gospels Fantasy). A nostro avviso il culmine è stato raggiunto in due momenti. Quando la sala è esplosa (mandando in frantumi i cuori di tutti i presenti e, meno metaforicamente, anche le finestre) all’esecuzione della colonna sonora composta da Hans Zimmer del pluripremiato kolossal del 2000 diretto da Ridley Scott: The Gladiator. Le percussioni a ritmo altissimo, serrato, e tutti noi lì a stargli dietro. Una standing ovation, a parer nostro (per quanto “vagamente” interessato e di parte), meritatissima. E poi, il regalo di Natale più che segreto per la nostra Preside (più segreto del patto Molotov-Ribbentrop, ha commentato chi presentava): Magic Sound. Noi del Durano: proposto come inno del nostro Liceo Musicale. Le parole della nostra Dirigente e del Prefetto di Brindisi, il dottor Valenti, ci hanno entusiasmato: parole senza retorica, parole semplici, parole piene di emozione, dette col cuore. Però dette con evidente partecipazione e sentimento. Siamo una grande famiglia. Non a caso di questa bella famiglia (fatta di docenti, genitori, collaboratori, studenti) sono tornati come special guests non pochi nostri compagni degli anni scorsi, ormai maturati. A suonare e cantare tra noi, con noi. E noi come sempre ce l’abbiamo messa tutta, ci abbiamo messo tutta la passione, la serietà e la professionalità di cui siamo capaci, con sacrificio e dedizione, come i nostri Maestri ci hanno insegnato e continuano a fare ogni giorno. A. Leone, F. Maci, A. Martina, S. Orlandino, M. Palma, A. Piccinno, D. Vadacca (IVM). Il sentirsi parte di un “tutto, di una famiglia” si coglieva. Eccome. Così come si coglieva la voglia, la consapevolezza e un po’ anche la paura di dover essere “professionali”, molto professionali. Soprattutto per i più “piccoli”, in molti casi al loro primo concerto, vedere la propria Dirigente emozionata e a tratti commossa “perché ascoltava noi”, deve essere stata davvero un’esperienza da mettere nel diario (ammesso che lo scrivano ancora). E poi, sentirsi dire “non è che a me la scuola sia mai piaciuta granché, ma da quando sono in questa scuola sono sempre felice” fa venire la pelle d’oca. E poi c’è il back stage: con la scuola che da salone di bellezza diventa sala concerto e camerino (ci siamo vestiti eleganti!). C’è anche qualche inconveniente: “sarà che sono senza voce, ma vorrei rifarlo stasera stessa” e chi ha provato per la prima volta “il dolore dei tacchi indossati per troppo tempo”. Beh, anche questa è esperienza! E se i nostri ragazzi di IV chiudevano con un “ci mettiamo tutta la passione che abbiamo, anche se ci troviamo spesso in una realtà, quella italiana, spesso ben poco propensa a valorizzare i talenti”, direi che se le premesse sono queste, avete tutte le carte in regole per cambiare il sistema, RAGAZZI.

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