Leo Gullotta incontra gli studenti del “Simone Durano”

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C’è tutto lo specchio pirandelliano in «Pensaci, Giacomino», commedia in scena al Teatro Verdi di Brindisi mercoledì 6 febbraio, con sipario alle ore 20.30. A vestire i panni del protagonista Leo Gullotta, che a Brindisi torna dopo dodici anni per mettere in scena il caleidoscopico universo dell’autore girgentino, fatto di sorrisi amari, maschere nude, realismo, sogni strazianti e pura semplicità di sentimento.
L’attore catanese incontrerà mercoledì alle ore 11.30 studenti e professori del Liceo Artistico-Musicale «Simone-Durano» di Brindisi. La visita è tra le iniziative che la Fondazione Nuovo Teatro Verdi promuove da anni con l’obiettivo di aprire il teatro all’immaginario e alla curiosità dei ragazzi rafforzando il patto educativo tra scuola e teatro. E anche quest’anno, attraverso una serie di incontri con i protagonisti della scena, offre la propria collaborazione agli istituti scolastici del territorio.
La regia di Fabio Grossi accorpa i tre atti originari in unica stesura creando continuità emozionale. Nulla di nuovo per una trama che sembra scritta appena ieri. La vicenda del 1915, nata come novella e diventata teatro due anni dopo, racconta l’ipocrisia, la maldicenza, la pettegola borghesia, l’apparire più che l’essere, usi e costumi che non sono folklore ma amara realtà. Sembra oggi.
Con «Pensaci, Giacomino» Pirandello condanna una società becera e chiacchierona, nella quale la calunnia, il dissacro e il bigottismo sono sempre pronti a mettersi in gioco. La storia racconta di una ragazza, Lillina, che, rimasta incinta del suo giovane fidanzato, non sa come portare avanti la gravidanza; l’anziano professore Toti pensa di poterla aiutare chiedendola in moglie per poterla autorizzare a vivere della sua pensione il giorno che lui non ci sarà più. Naturalmente la società civile si rivolterà contro questa decisione, indifferente anche alla piccola creatura, Ninì, che nel frattempo è venuta al mondo. Il finale della commedia è intriso di amara speranza: il giovane Giacomino prenderà coscienza del suo essere uomo e padre e lascerà la casa che lo tiene prigioniero per vivere la sua vita con il figlio e la giovane madre.
Lo spettacolo è prodotto dal «Teatro Stabile di Catania» e dalla «Compagnia Enfi Teatro». In scena Liborio Natoli, Rita Abela, Federica Bern, Valentina Gristina, Gaia Lo Vecchio, Francesco Maccarinelli, Valerio Santi e Sergio Mascherpa. Scena e costumi sono di Angela Gallaro Goracci, le musiche di Germano Mazzocchetti, le luci di Umile Vainieri, assistente regista Mimmo Verdesca.
Nel 1934, in occasione del Nobel a Pirandello, lo scrittore calabrese Corrado Alvaro scrisse: «La sua lingua, al principio ripicchiata e di vocabolario, diviene nel meglio della sua opera un modo d’esprimersi naturale, come si esprimono gli elementi nella luce; le sue manie a un certo punto investono l’uomo e divengono rimpianti di angeli decaduti, incubi, segni del destino».

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